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COMPLESSO SAN PIETRO PROIETTATO DOCUMENTARIO SULL'11 MAGGIO 1943

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E' stato realizzato dall'alunno del Liceo Classico "Giovanni XXIII", Marco Marino, con la supervisione dei professori Giovanvito Laudicina e Luigia Ingrassia

Rivissute ieri mattina a Marsala le ore di quel tragico bombardamento del 1943 quando la Città fu fatta bersaglio da una incursione degli caccia anglo-americani che sganciarono sulla città una moltitudine di ordigno che causarono la morte di oltre mille nostri concittadini e la distruzione di un grande patrimonio culturale e immobiliare. A far rivivere quei momenti e quello che ne se seguì è stato un video-documentario realizzato dall'alunno del Liceo Classico "Giovanni XXIII", Marco Marino, con la supervisione dei professori Giovanvito Laudicina e Luigia Ingrassia e con il coordinamento del Preside Mariano Savalla. Nutritissima la platea con molte persone che vissero quei tragici minuti. "Abbiamo dato vita a questo documentario- precisa Ginetta Ingrassia, docente al Classico - perché è di grande valenza storica per la nostra Città. Voglio però evidenziare la componente umana, il valore intimo e prezioso che queste esperienze trasmettono; le relazioni e i rapporti tra giovani e meno giovani". Molti dei presenti erano visibilmente commossi e partecipi. In tanti ottantenni di oggi il sibilo e il rumore di quelle bombe e la visione dei morti e della distruzione è ancora presente malgrado siano passati diversi decenni. "Il ricordo ha un'importante funzione comunicativa - ci hanno detto. I sentimenti e il dolore di quei giorni devono essere trasmessi ai nostri giovani affinché essi rifuggano da guerre e distruzioni belliche". Come è dato sapere quel disgraziato 11 maggio 1943 tantissimi marsalesi persero la vita nel rifugio di Villa del Rosario, oggi sacrario. In quell'occasione una bomba colpì l'unica botola d'ingresso del rifugio. I più "fortunati" morirono nello scoppio; tanti altri ebbero un destino atroce perendo asfissiati. Per questo sacrificio di vite umane la Città è stata insignita nel 1960, dall'allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi della più alta onorificenza civile ovvero la Medaglia d'oro al Valor Civile.
Nino Guercio - Capo Ufficio Stampa