Apprendo dal Segretario generale del Comune che Giulia Adamo ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Sindaco. La decisione giunge in un momento in cui personalmente e con il contributo di alcune forze politiche, che avevano consentito l'elezione della stessa Adamo e della maggioranza, si stava cercando di trovare un intesa in favore della Città. Sono convinto, infatti, che chi fa della buona politica deve guardare non al bene personale ma a quello della collettività. Ecco perché ho scelto, assieme alla collega Antonella Genna, di chiedere al nostro partito una riflessione considerato che vi sono degli atti necessari e impellenti da predisporre e esitare per il bene della nostra comunità che non potevano essere accantonati: il bilancio, il piano triennale delle opere pubbliche, ecc. A tal riguardo sono profondamente amareggiato delle odierne dichiarazioni riportate dalla stampa dalle quali ho appreso che per l'attuale segretario del Pd Alberto Di Girolamo l'approvazione del bilancio non sarebbe altro che una scusa e che invece, sia io che la Genna, avremmo deciso di continuare per interessi personali, per lo stipendio e per la poltrona. Niente di più falso. Forse è lui che spera di andare al più presto alle elezioni per mire egemoniche. Riguardo all'attività amministrativa, voglio precisare che non ho mai fatto ostruzionismo alla Adamo e alla maggioranza di cui ho fatto parte fin dal 2012. Anzi, al contrario, ne ho sempre supportato le iniziative anche quando non le condividevo pienamente e ciò non per eventuali ritorsioni ma solo per senso di appartenenza alla maggioranza. Piena lealtà dunque a un progetto politico che ho scelto, assieme al Pd, nel 2012. Ambiguità e tradimento sono due accuse che rigetto al mittente e che non hanno mai fatto parte della mia storia politica personale. Qualcuno al contrario farebbe bene a fare un esame di coscienza. Non nascondo che quando venerdì scorso la Adamo ha rimodulato la Giunta ci sono rimasto male, molto male tanto che avevo già pensato alle dimissioni. Poi l'intervento della Prefettura e il mio dovere di dover amministrare in questi travagliati giorni la città, cosa che continuerò a fare - per l'ordinaria amministrazione - fino all'arrivo del Commissario Straordinario, così come prevede la legge.
lì 24 luglio 2014 Antonio Vinci