Messa in sicurezza e restauro. Questi i principali interventi cui sarà sottoposta la barocca Chiesa di San Giuseppe (XVII secolo), nel centro storico di Marsala. I lavori, iniziati Lunedì scorso, riguarderanno prioritariamente il consolidamento statico dell’intero edificio, inclusi cupola e campanile. Successivamente, si procederà al restauro dei dipinti a parete e degli affreschi del tetto che raffigurano la vita di San Giuseppe. Chiusa da oltre 15 anni perché inagibile (ultima messa officiata da Padre Ponte nel 2004), la proprietaria Curia Vescovile ne progettò il restauro, poi oggetto di un finanziamento con fondi ex Pac. “Dopo la riapertura dei cantieri l'Impresa ha iniziato i lavori, afferma il sindaco Alberto Di Girolamo. Nell'ultimo sopralluogo con il vescovo Domenico Mogavero, progettisti e tecnici responsabili, ho avuto rassicurazioni che saranno recuperati questi mesi di stop forzato per restituire al più presto la Chiesa ai fedeli, ai visitatori e alla cittadinanza, particolarmente legata a questo antico luogo di culto”. Il Comune di Marsala, che interviene operativamente quale stazione appaltante, aveva in precedenza approvato una variante urbanistica, nonché il cambio di destinazione d’uso di alcuni locali. In particolare, sarà recuperato e dotato di ascensore quello al secondo piano, da adibire a centro sociale.
Alessandro Tarantino
CHIESA DI SAN GIUSEPPE (cenni storici)
Risalente agli inizi del 1600 e ingrandita dall’Ordine dei Minimi, fu completata nel 1780.
Ad unica navata con due cappelle laterali, la Chiesa accoglie numerose opere d’arte. Si pensa che le decorazioni siano opera di Giuseppe Felice, pittore trapanese.
Nel primo altare di destra si erge una tela del XVIII secolo raffigurante Sant'Anna che insegna le scritture a Maria e nel secondo altare si trova una Pietà del XVIII secolo.
A sinistra un San Francesco da Paola ed una Sacra Famiglia, entrambe del XVIII secolo.
Ricca d’ornamenti, il complesso dell’altare in stile barocco pone al centro la statua di San Giuseppe con Gesù Bambino del XVIII secolo. Ai lati, uno di fronte all’altro nelle cantorie lignee, i due organi dorati e dipinti.